sabato 22 ottobre 2016

PILLOLE DI...POE - Sei tu il colpevole


"Sei tu il colpevole" è un racconto educativo. Insegna a non fidarsi di chi sembra ricoperto di miele e a utilizzare cadaveri in maniera creativa per estorcere confessioni. 
Non adatto prima di pranzo.

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lunedì 3 ottobre 2016

PILLOLE DI...POE - Hop Frog



La grassa tirannia se la ride di poveri e deformi. L'ingegno di un nano giullare, però, darà al re la sua vera forma bestiale e muterà la risata in urla d'agonia. Con il benestare dei lettori.

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giovedì 15 settembre 2016

L'incubo di Hill House

L’INCUBO DI HILL HOUSE
(La Casa degli Invasati – The Haunting)


TRAMA

Chiunque abbia visto qualche film del terrore con al centro una costruzione abitata da sinistre presenze si sarà trovato a chiedersi almeno una volta perché le vittime di turno non optino, prima che sia troppo tardi, per la soluzione più semplice, e cioè non escano dalla stessa porta dalla quale sono entrati, allontanandosi senza voltarsi indietro. A tale domanda, meno oziosa di quanto potrebbe parere, questo romanzo fornisce una risposta. Non è infatti la fragile e indifesa Eleanor Vance a scegliere la Casa, prolungando l'esperimento paranormale in cui l'ha coinvolta l'inquietante professor Montague. È la Casa - con le sue torrette buie, le sue porte che sembrano aprirsi da sole - a scegliere, per sempre, Eleanor Vance.



RECENSIONE

Nel romanzo di Shirley Jackson coesistono due gorghi oscuri: uno è la volontà macabra di Hill House, l’altro è la psiche di Eleanor. Il lettore vede attraverso i suoi occhi un mondo distorto da sogni a occhi aperti, fantasie che la donna usa per rendere più interessante la propria vita agli occhi degli altri. Ma anche ai propri.

Piccole bugie, potenzialmente innocenti, si inanellano a formare una catena che parla di psicopatia. Forse è stato il succedersi dei giorni come infermiera della madre malata a spingerla verso certi voli della fantasia, o forse Eleanor non è in grado di maturare dallo stato di adolescente in costante ricerca di attenzione.

Anche gli altri protagonisti vengono presentati attraverso le impressioni, le delusioni e i rancori di Eleanor e queste rende molto difficile intuirne il vero volto, al di là del filtro scelto per noi. Di volta in volta, Theo può essere l’adorabile amica con atteggiamenti saffici o la capricciosa rivale, Luke un giovane affascinante o un egoista stupido e vigliacco.

La prosa, ambigua dal principio alla fine, ci lascia in completa libertà di riflettere e farci un’idea personale, di trovare da soli una chiave di lettura. 

Eleanor entra in completa risonanza con la casa. Si riconoscono come simili, parti della stessa vanità accentratrice (non a caso, la villa è costruita secondo un complicato schema concentrico). I fenomeni paranormali di Hill House somigliano in maniera inquietante alle manifestazioni poltergeist di solito associate alla presenza di adolescenti…e qui, volendo, c’è un collegamento al sospetto che Eleanor in fondo non sia mai maturata in un individuo adulto.

Hill House sceglie i suoi per l’eternità, rifiuta chiunque altro. Una storia in cui l’orrore non è affidato tanto alle apparizioni fantasmagoriche quanto alla casa stessa, alle sue forme inesatte e ansiogene, ai suoi dintorni minacciosi e al senso di disorientamento e solitudine che trasmette.

Un romanzo geniale, che per la sua modernità non sembra affatto avere l’età che si porta addosso.

giovedì 8 settembre 2016

PILLOLE DI...POE - Il genio della perversione




Scopro che l'Imp è una sorta di demone, da cui la traduzione "Il genio della perversione", a mio avviso un po' debole. Perle di saggezza lucide e spietate sull'autolesionismo, forza caotica della natura umana. La storia che le contiene è quasi un "di più".‪

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giovedì 11 agosto 2016

PILLOLE DI...POE - Il barile di Amontillado


Prendi un barile di vino Amontillado, un uomo in cerca di vendetta e una passeggiata nelle catacombe. Addio, signor Fortunato, si ricordi che bere troppo fa male!

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giovedì 4 agosto 2016

PILLOLE DI...POE - Il Gatto Nero

Anche i racconti meritano una recensione. Anzi, stimolare alla lettura della forma-racconto è uno dei motivi per cui giro per le scuole con i libri sottobraccio. In pochissime pagine dev'essere contenuto tutto il necessario: niente di più, niente di meno. Un buon racconto ci può cambiare la giornata.
Ecco a voi, quindi, una nuova rubrica: le Pillole. Poche parole per incuriosirvi e spingervi - spero - a leggere il racconto in questione. Aggiungo gli hashtag per discuterne su Twitter, se lo desiderate. Il mio "nome" sul social è @AylynnVale.

Ma bando alle ciance! Iniziamo con una perla di Edgar Allan Poe.


IL GATTO NERO (The Black Cat)

‪#‎Poe‬ ‪#‎TheBlackCat‬ #StaseraLeggiamo 

Un racconto dannatamente moderno. Crudele, sadico, a metterlo su schermo partirebbero proteste degli animalisti come se piovesse. Ma il Gatto sa tornare e il suo grido ghiaccia il sangue.

venerdì 8 luglio 2016

Congiunzioni divergenti

QUARTA DI COPERTINA

Lucia e Victoria, due ragazze collegate, a loro insaputa, da un ineffabile destino; un’oscura profezia, inquietanti presagi e congiunzioni astrali non sempre favorevoli; complicate relazioni affettive nel segno della passione: questi gli ingredienti di una vicenda dai risvolti misteriosi che si svelerà davvero solo alla fine.
Andrea Giorgianni, il fratello di Lucia, ci accompagna lungo il percorso di una malattia non sempre facile da accettare, con la sua leggerezza da simpatico guascone irresistibilmente attratto dal mondo femminile.
Congiunzioni divergenti è un libro che pone l’accento sull’interconnessione degli esseri umani, e sulla bellezza dell’amore, della vita e della gratuità del dono di se stessi agli altri.

Edito da Giuliano Ladolfi Editore.


RECENSIONI

“Congiunzioni divergenti” è il secondo romanzo di Giuse Iannello (potete trovare la recensione del primo, “Il mistero dell’ermellino”, qui) ed è prova di una crescita importante nello stile della scrittrice. I dialoghi ridondanti, prolissi, presenti nel suo primo lavoro, scompaiono quasi completamente per essere sostituiti da conversazioni molto più spigliate, aderenti alla realtà quotidiana, in linea con il carattere dei vari personaggi. 
Un romanzo che tratta un tema difficile: la malattia e il suo impatto sulla quotidianità di una donna giovane, che ha diritto di attendersi ancora molto dalla vita. Un romanzo d’amore, anche, nelle sue formule più pure come in quelle più passionali. Il sesso è una pulsione che ha ampio spazio nella costruzione di queste “congiunzioni”, forza attrattiva per eccellenza che viene vista soprattutto nella sua veste di energia creativa, incarnata magistralmente nella figura della pittrice Lavinia. Anche la musica ha un ruolo importante, non di rado i momenti chiave sono accompagnati dall’ascolto di canzoni specifiche, quasi una colonna sonora della vicenda.
Si tratta di una storia corale, in cui protagonisti e comprimari sono ben tracciati (o forse dovrei dire dipinti?) e la parola nelle loro bocche coincide con la personalità. Non un romanzo al femminile, bensì un intreccio di uomini e donne comuni, senza alcunché di straordinario se non la loro unicità di esseri umani, che la Iannello restituisce con un’ammirevole dose di verità. Il fatto che l’autrice abbia preso spunto da vicende personali non spiega di per sé l’ottimo risultato ottenuto, ma può essere stato la chiave per questo progresso importante. 
Il punto di vista, quasi sempre improntato alla terza persona, si trasforma ogni tanto nell’Io di Andrea, il fratello di Lucia, che incarna una positività fondamentale per il procedere del romanzo. I destini dei personaggi, che spesso non avranno occasione di conoscersi a vicenda, possono essere osservati dall’occhio del lettore da una distanza preferenziale, in modo da indovinarne l’intreccio. Una cosa che a loro non è concessa, mentre il fato unisce esistenze come fili di un arazzo e plasma il futuro in modi spesso inaspettati. 
La storia si dipana tra Vigevano, Abbiategrasso, Milano e Pavia, realtà che i locali riconosceranno con piacere nelle atmosfere di “Congiunzioni divergenti”.
Una lettura coinvolgente che incuriosisce sulle future evoluzioni di Giuse Iannello.

lunedì 6 giugno 2016

Femmina De Luxe

Il blog riprende a vivere e a macinare libri! Più "in piccolo", se volete, per venire incontro ai miei tempi ormai risicati. Per la trama mi limiterò alla quarta di copertina. Meno parole ma, spero, recensioni che vanno dritte al punto. Ricominciamo allora con "Femmina De Luxe" di Elisabetta Bucciarelli.



TRAMA

Olga è una ragazza morbida e indifesa, alla ricerca dell'uomo della sua vita. Marta, acuminata dall'ambizione, si sacrifica all'idolo della perfezione estetica. Che cos'hanno in comune? Entrambe provano a essere femmine di lusso, l'avanguardia del piacere, donne perfette fatte di protesi e speranze, capaci di soddisfare uomini di raffinati desideri e grandi fantasie. Forse entrambe tradiranno le aspettative, trasformandosi in semplici vuoti a perdere, oppure una di loro resterà, ritrovando nell'ostinata innocenza dell'amore una salvezza che a questo mondo pare impossibile.

RECENSIONE

Una scrittura che è come un’incisione a bulino. Precisa, metodica, razionale. Parole pensate, soppesate, scelte con cura. Centellinate, anche, perché non ci troviamo di fronte a una prosa che si adagia sulla descrizione, che indugia troppo sui dettagli. Rapide carrellate, veloci impressioni, frasi recise da punti serrati, uno via l’altro. Niente periodi prolissi, le subordinate sono uccise con metodo. L’intreccio di vicende, i personaggi, le atmosfere vengono quasi suggeriti al lettore, cui spetta poi il compito di riempire attraverso l’uso della propria immaginazione, creando passaggi meno netti e facendo fluire la narrazione.
In “Femmina De Luxe” si muove un’umanità sgradevole e sgradita (anche a se stessa). Tutti, ricchi e poveri, professionisti e ultimi della società, mostrano la deformazione del proprio animo, a cui a volte si associa quella del corpo. L’occhio dell’autrice si sofferma su personaggi che solo un ingenuo vedrebbe come estremi adatti solo alla finzione letteraria. Chi vive in una grande città o l’ha frequentata sa quanto di estremo ci possa essere in un campione così vasto di umanità. Eppure, in una Milano cupa e senza speranza di redenzione, ogni tanto Olga, bisognosa di piacere per sé, ci mostra angoli di gioia e luce, colori accesi, dolci tentazioni per il palato. Questo, però, non fa che accentuare tutto il buio che sta attorno. 
Una lettura che trasuda lavoro metodico e cura per la parola, per amanti del noir e delle storie sincere, quasi crude, senza fronzoli.