giovedì 24 maggio 2012

Le avventure di Jim Bottone

Dormolandia è un regno molto particolare. Prima di tutto, è un’isola composta da due montagne diseguali. Poi, il suo re, Alfonso l’Undicesimo e Tre Quarti, governa su due soli sudditi, più un macchinista di nome Luca e la sua locomotiva Emma. Di più non si potrebbe: l’isola è piccina e non c’è spazio per altri abitanti.
Un giorno, il postino consegna un pacco su cui è scritto un indirizzo sgrammaticato ma che sembra diretto a Dormolandia. Dentro, con somma sorpresa di tutti, c’è un bambino di colore. Gli abitanti decidono di adottarlo, battezzandolo Jim. Il bambino cresce intelligente e coraggioso, molto amico del macchinista Luca, e il grosso bottone cucito sui suoi pantaloni sempre bucati gli fornisce anche un cognome.
Un giorno, però, il re giunge a una decisione triste ma irrevocabile: vista la carenza di spazio e la veloce crescita del bambino, qualcuno deve abbandonare l’isola. Il regno è troppo piccolo per tutti quanti. La scelta ricade sulla povera Emma, che Luca decide di seguire nell’esilio. Jim, però, non vuole essere lasciato indietro e i tre partono per una fantastica avventura.
Comincia così questo romanzo di Michael Ende, surreale e moderno inventore di fiabe per grandi e piccini, autore di capolavori quali “La Storia Infinita” o “Lo Specchio nello Specchio”.
La storia del piccolo Jim ha tutti i connotati di una favola. Il bambino ha un’origine misteriosa, è affiancato da un migliore amico saggio e adulto e da una “mascotte”, una locomotiva dotata di sentimenti a sostituzione del tipico animale parlante.
Il romanzo ha una struttura ben precisa, quella del viaggio denso di pericoli atti a fornire al protagonista non solo l’avventura che cercava, ma anche numerosi spunti di riflessione che lo conducano a una maturazione, un viaggio dall’infanzia spensierata a una presa di coscienza che conduce verso un’età più adulta.
Ende crea mondi e personaggi densi di ironia e senso dell’umorismo, trovate inaspettate costellano l’intera storia come gemme. Cosa dire, per esempio, del gigante apparente, che diventa tale solo a distanza per rimpicciolirsi fino alle dimensioni di un normale essere umano quando si trova a pochi passi dall’osservatore? O della catena di montagne a strisce rosse e bianche, superabile solo attraverso una gola che ripete e amplifica gli echi all’infinito? O, di nuovo, di un’isola galleggiante che si può acchiappare come un frutto maturo se solo si è così fortunati da incrociarne la rotta?
Ende, poi, inventa un impero esilarante, delicato e minuzioso prendendo come spunto l’antica Cina. I nostri protagonisti, infatti, finiscono nel regno di Mandala, ove l’imperatore è in lutto per il rapimento della figlia Li Si.
Le piccole manie, i luoghi comuni e le tradizioni cinesi vengono sviluppate e contorte dall’autore in tutte le maniere possibili, fino a creare un delizioso mondo pieno di piccoli mandalini dalla incredibile intelligenza, amanti di menù tanto lunghi quanto vomitevoli per il nostro palato, perfetti esempi di pulizia e d’arte, abitanti di città dai tetti d’oro, ponti di porcellana e alberi di vetro trasparente.
E’ in questo posto magico che a Luca e Jim viene affidata la missione di ritrovare la principessa. Da qui comincia il viaggio attraverso luoghi incredibili alla ricerca di Dolorandia, la città dei draghi e del terribile drago, la Signora Dentemolare, che tiene i bambini rapiti in schiavitù e cela il segreto delle origini di Jim, originariamente da lei comprato e mai ricevuto per un disguido d’indirizzo.
C’è spazio per combattimenti e redenzioni, per momenti di disperazione e piccoli miracoli. Jim, affiancato dai suoi amici, scoprirà perfino il primo amore e sarà costretto a mettere in discussione la vita senza pensieri per il futuro (che si tratti dell’istruzione o di un mestiere) che l’ha caratterizzato fino alla sua avventura mandalina. Il ragazzino che parte da Dormolandia non sarà lo stesso che, forse, un giorno vi farà ritorno.
Una lettura pensata per bambini e ragazzi, ma godibile anche per un adulto che sa ancora apprezzare le fiabe o che, ottima pensata, ama leggere ai propri figli una favola della buonanotte.

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