La casa è il luogo in cui, più di ogni altro, possiamo
ritenerci al sicuro. E’ il nido che abbiamo costruito a nostra immagine e
somiglianza, la sede dei nostri ricordi familiari. “Non c’è niente come casa
propria” o “Casa dolce casa” sono detti comuni che sottolineano la componente
di sicurezza e tranquillità che il concetto di casa instilla in ognuno di noi.
Cosa c’è di peggio, quindi, che dover pensare alla casa come
un luogo improvvisamente ostile, pericoloso, potenzialmente letale o quantomeno
disturbante? La casa stregata, magari infestata da spettri, è sempre stata uno
dei soggetti preferiti dagli scrittori dell’orrore, in quanto va a toccare una
corda sensibile e porta il paranormale entro una sfera che si considera sacra e
che per questo è ancora più suscettibile alle sollecitazioni.
La raccolta di racconti che vi vado a presentare, edita da
Newton Compton e curata da Martin Greenberg e Charles Waugh, raccoglie un
gruppo di novelle molto diverse tra loro per stile narrativo e formula, ma
legate dal denominatore comune della “casa maledetta”. Si incontrano nomi
arcinoti della letteratura fantastica (come Bram Stoker, H.P.Lovecraft, Robert
Bloch o Stephen King) affiancati a scrittori meno conosciuti.
L’argomento viene trattato con enorme differenza da uno
scrittore all’altro. Vi sono coloro che recuperano e reinventano il cliché
della casa abitata da una creatura demoniaca oppure dallo spettro di coloro che
vi sono morti. Altri rendono la casa stessa un essere senziente e malevolo, con
una sua volontà intrinseca che si manifesta a spese degli occupanti
dell’edificio. C’è chi, poi, tenta la chiave fantascientifica. Altri si
inoltrano nella psiche umana e distorcono la percezione della casa attraverso
le menti malate dei suoi abitanti.
I curatori, con intelligenza, mescolano chiavi di lettura
molto diverse tra loro, evitando che si generi noia nel lettore o che
quest’ultimo sia in grado di prevedere cosa lo aspetta nel passaggio da una
novella all’altra.
“La casa e il cervello”, di Edward Bulwer-Lytton, mette al
centro della storia il potere della mente umana, strutturando il racconto come
una lunga indagine che solo casualmente ha al suo centro una casa all’apparenza
infestata. Sempre casuale il fatto che il luogo dell’azione sia una casa
abbandonata in “Nessun posto per nascondersi” di Jack Chalker, racconto di
fantascienza e viaggi nel tempo.
L’orrore si fa psicologico in “La carta da parati gialla” di
Charlotte Perkins Gilman, in cui seguiamo la corsa verso la follia di una donna
chiusa in una stanza, la cui carta da parati risveglierà un orrore inaspettato.
Anche “Il gatto salta” di Elizabeth Bowen è giocato sul non detto, sulle
dinamiche di un moderno gruppo di amici che forse tanto razionale non è. “Lizze
Borden prese un’accetta…” di Robert Bloch si muove a metà tra il dramma
psicologico e la possessione demoniaca, di cui la casa è esclusivamente
palcoscenico. Il racconto “Uno dei morti”, di William Wood, fa scivolare
l’orrore all’interno delle dinamiche di una coppia senza figli, trasferitasi in
un luogo dalla storia controversa. In “L’oscuro vincitore” di William Nolan e
“L’impronta dei denti” di Edward Bryant, il passato prende la sua rivincita sul
presente.
Più aderenti all’infestazione spiritica e demoniaca racconti
come “La casa del giudice” di Bram Stoker, ove un giovane matematico deve
confrontarsi con lo spirito diabolico di un boia, o “La cosa in cantina” di
David Keller, in cui un’entità spaventosa in cantina mira alla vita di un
bambino. “La casa a Bel Aire” di Margaret St.Claire tratta l’orrore in maniera
fin spiritosa. Molto meno spiritosi “L’uomo nero” di Stephen King e “I bambini
ridevano così dolcemente” di Charles Grant, ove gli abitanti non desiderati
della casa sono assolutamente ostili.
H.P.Lovecraft, ne “I ratti nei muri”, trova spazio ai suoi
mondi e alle divinità nei recessi di una casa costruita sopra un tempio
druidico. “La compagna di scuola” di Robert Aickman insegna a non impicciarsi
troppo degli affari altrui. C’è grande poesia ne “La luna di Montezuma” di
Cornell Woolrich, in cui la casa assiste ai delitti passionali di una donna
dell’antica gente azteca e alla vendetta del sangue.
La casa è protagonista assoluta e terrificante in “La demolizione della
casa di Greymare”, ove una squadra di demolitori scoprirà a proprie spese che
l’antica dimora non ha alcuna intenzione di lasciare questo mondo. Buona
lettura!
1 commento:
Salve. Negli anni d'oro della Newton Compton non mi sono fatto sfuggire questa antologia,se ben ricordo la migliore della collana dopo "Terrore!". I racconti non sono uno più bello dell'altro ma poco ci manca! La mia classifica di gradimento:
5° - La casa e il cervello (diabolico)
4° - L'uomo nero (stilisticamente superiore)
3° - L'oscuro vincitore (sconcertante)
2° - La casa del giudice (classico d'autore)
1° - L'impronta dei denti (bellissimo).
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