sabato 23 giugno 2012

Intervista col vampiro

“Intervista col vampiro” di Anne Rice è un racconto nel racconto.
In una notte qualunque, in cerca di un’intervista interessante, un giovane uomo vive un’esperienza al di là delle sue aspettative: l’uomo dai capelli neri e il volto bianco come porcellana che ha acconsentito a raccontargli la storia della sua vita è un vampiro. Un vero vampiro, che vuole tirare le fila della propria esistenza.
Louis, nato in Francia e vissuto in Louisiana come proprietario terriero, è diventato un mostro notturno ai tempi della Rivoluzione Francese, vittima prescelta per diventare lo schiavo immortale di un misterioso vampiro, il francese Lestat.
Segnato da lutti familiari, ossessionato da domande profonde sulla natura del Bene e del Male, Louis si risveglia come non morto senza aver perso l’anima insicura e tormentata che aveva da vivo. Nulla lo aiuta nella comprensione della sua nuova vita di assassino; sicuramente non Lestat, che sembra un vanesio mostro senz’anima, uso solo a divertirsi a spese delle sue vittime e, più in generale, del mondo.
Gli scrupoli di Louis lo tengono dapprima lontano dalle vittime umane, poi cede al richiamo di una bimba rimasta orfana, che Lestat trasforma in vampira per un gioco perverso. La triade mostruosa vive decenni di fittizia mondanità a New Orleans, la piccola Claudia diventa donna nel corpo di una bambina, e il suo odio montante per Lestat porterà a fatti tragici che costringeranno lei e Louis a partire per l’Europa, alla disperata ricerca di risposte sulla loro natura, sullo scopo della loro esistenza.
Tra colpi di scena e orrori, Louis concluderà il racconto con la dichiarata perdita dei propri sentimenti umani. Ma è davvero così? Il giovane giornalista non può accontentarsi di un finale simile. Le risposte, forse, le possiede solo chi ha dato il via a tutto quanto: il vampiro Lestat.
In questo romanzo degli anni ’70, la Rice dà il via a una rivoluzione della figura del vampiro. Un vampiro nuovo, moderno, fatto per vivere attraverso il flusso dei secoli e la razionale perdita di capacità di credere nello straordinario dell’uomo evolutosi dall’Illuminismo.
Il vampiro di Anne Rice è una creatura che si è calata nel Tempo oltre le fantasie dei romanzi gotici a cavallo fra diciannovesimo e ventesimo secolo. E’ un abitante delle città, cammina in mezzo a noi, si veste come noi. Solo, possiede poteri e coscienza che si affinano nei secoli, poggiando su basi così nichiliste da consentirgli di vivere senza impazzire nel tremendo flusso del progresso.
I vampiri che affollano incontrollabilmente gli scaffali delle librerie odierne e le pellicole cinematografiche sono cugini di primo grado di questa figura di mostro moderno descritta dalla Rice, ma hanno finito per incarnarne il lato più frivolo, banale, stucchevole, togliendogli ogni grandezza di mostro, di creatura delle tenebre la cui vita è il sangue e quindi, essenzialmente, la morte altrui. Proprio vero che l’uomo contemporaneo non sa più credere negli orrori, né riuscire a immaginarseli nella loro interezza…
Nemmeno l’autrice, purtroppo, è rimasta estranea a questo processo di trasformazione in dandy notturno dei suoi vampiri. Pur conservando una prosa ricca e immaginifica, i romanzi seguenti a “Intervista col vampiro” si fanno via via meno profondi. Il significato si va perdendo, la forma prende piede sulla sostanza.
Louis ha incarnato le domande sulla fede, sul Bene e il Male, personificazione dell’anima in fin dei conti timorosa di risposte, racchiusa in se stessa, venata di meschina ignavia, che è tratto caratteristico della società contemporanea. I romanzi che seguono ruotano attorno alla figura di Lestat e iniziano con la stessa potente verve – offrendoci un protagonista spettacolare che splende come un faro acceso – ma poi vanno perdendo di smalto, in una insistenza verso la decadenza fine a se stessa, una grandeur che si va facendo artificiosa; la messa in gioco di tanti vampiri nella saga toglie loro unicità, li rende meno attraenti, speciali.
La Rice ha continuato a scrivere le biografie dei vampiri corollari alla vicenda principale, ma niente ha più eguagliato la potenza inventiva del primo romanzo, il tormento di Louis, l’incomprensibile sfida al mondo di Lestat, l’orrore ineguagliabile di Claudia, bambina vampiro.
Un incubo contemporaneo, drammatico e profondo. Una lettura da non perdere.

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