martedì 16 luglio 2013

La grande storia della Prima Guerra Mondiale

Quest’oggi vi parlo di un’opera ponderosa, che riesce ad essere straordinariamente gradevole e coinvolgente nonostante le dimensioni e l’argomento trattato.
Sto parlando di “La grande storia della Prima Guerra Mondiale” di Martin Gilbert, edito da Mondadori, prima parte di un duo di saggi il cui proseguo naturale è “La grande storia della Seconda Guerra Mondiale”. Gilbert, celebre biografo di Churchill e storico di fama, si è cimentato nell’ardua impresa di presentare al lettore medio (non, quindi, allo storico o all’appassionato già esperto) un argomento ancora difficile, amaro, che conserva una drammaticità profonda.
A questo si aggiunga la difficoltà di mettere per iscritto l’immane quantità di dati e fatti risalenti a quattro anni di guerra su molteplici fronti, oltre alla necessità di trovare una chiave di lettura univoca che riassuma l’evento bellico sia nei suoi fatti salienti che nella valenza dell’esperienza umana.
Gilbert riesce a centrare entrambe le sfide, creando un saggio comprensibile a tutti, esaustivo e profondamente umano. L’autore fa principalmente il suo mestiere di storico, fornendo date e dettagli ben precisi in una scansione cronologica estremamente curata dell’intero episodio bellico. A questo, però, aggiunge una componente umana molto forte, raccontando ogni fatto saliente anche grazie alla testimonianza di chi l’evento l’ha vissuto oppure vi è morto, rimanendo nella memoria dei commilitoni e dei familiari.
Stralci di lettere a casa, memorie ritrovate negli zaini dei caduti, poesie. Tante, tantissime poesie frutto sia della speranza che della desolazione. Moltissimi soldati hanno affidato alle immagini evocative che possono trasmettere i versi poetici – ben più della prosa – speranze, orrori, disillusioni di un conflitto che sembrava eterno e che portava via vite a una velocità spaventosa, disumana. A questo immenso mare di testimonianze, Gilbert attinge copiosamente, dando voce a uomini coraggiosi e disperati che ormai sono consegnati al passato e a coloro che aspettavano di avere loro notizie, oppure lavoravano nelle retrovie per dare il proprio contributo.
Come si sa, la Prima Guerra Mondiale si ritiene iniziata con l’atto terroristico di Gavrilo Princip, un nazionalista diciannovenne che assassinò l’erede al trono austriaco e provocò la vendetta di Vienna sulla Serbia, accendendo la miccia di una polveriera europea che aspettava solo di esplodere.
Come ovvio, il gesto di Princip non è il vero punto di partenza di un sovvertimento tanto grande dell’ordine costituito e delle relazioni diplomatiche internazionali. Gilbert analizza le aspirazioni economiche e militari, nonché le tensioni politiche che già da decenni stavano prendendo piede in Europa, esacerbando i nazionalismi e il desiderio di auto-affermazione degli Imperi centrali.
Dopo l’assassinio, passeranno parecchi giorni prima che tutti si rendano contro che la macchina della guerra si è messa in moto e nessuno ha più modo di tirarsi indietro. La Storia si dipana di capitolo in capitolo, prendendo in esame periodi di pochi mesi per volta (sempre ben evidenziati come sottotitolo), seguendo le principali battaglie, i periodi di stallo o l’inizio di nuove operazioni diplomatiche e belliche.
Alla fine delle ostilità, Gilbert dedica gli ultimi capitoli a una panoramica dei patti e delle spartizioni post-belliche dei vincitori, alle sanzioni sulla Germania (le quali fomenteranno ulteriormente il risentimento dei tedeschi, che sfocerà nell’ascesa del nazismo e nella Seconda Guerra Mondiale) e alle iniziative per la Memoria, affinché le tragedie e gli eroismi della guerra non vengano mai dimenticati.
Un testo istruttivo, toccante, che può dare solo un assaggio di quello che accadde dal 1914 al 1918, ma ne fa sentire con chiarezza il sapore amaro.

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