venerdì 23 ottobre 2020

Sotto le stelle & Il tempo dell'aurora

Ebe e Dianora sono gemelle. Entrambe ballerine, entrambe splendide e giovani, con appariscenti capelli rossi. Eppure, non potrebbero essere più diverse: tanto Ebe è modesta, amante della vita quotidiana e pronta ad aiutare la madre nella povera casa di Milano che la famiglia di sole donne occupa, tanto Dianora è arrogante, desiderosa di fare la bella vita, anche a costo di rovinarsi la reputazione. Quando il bell’aviatore Giorgio Villagrazia, invaghitosi di Ebe a prima vista, avvicina Dianora scambiandola per la sorella, la giovane prende la palla al balzo e diventa l’amante dell’avvenente e ricco militare, portandolo via alla sorella e iniziando una vita di eccessi, che farà morire la mamma di crepacuore e metterà in cuore a Giorgio il tremendo dubbio di aver commesso un errore. Tra i patemi di Ebe, rimasta sola, gli eccessi di Dianora e i dubbi di Giorgio, che si riscopre debole e soggiogato dal desiderio a cui Dianora lo tiene avvinto, si consuma un difficile triangolo amoroso sullo sfondo dell’ingresso italiano nelle ostilità della Seconda Guerra Mondiale.

Il romanzo di Liala si dipana con l’eleganza di stile e parola che le è propria. Alcuni personaggi hanno poco spessore, incarnando più ideali che persone vere e proprie, ma si trovano caratterizzazioni ficcanti che tengono insieme la trama, tutto sommato semplice. Dianora è splendida e malvagia, ma tarata da un’ignoranza innata che non si cura di superare e che la rende molto umana e credibile. Giorgio non è il principe azzurro, ma un ragazzo ingenuo e troppo viziato, che per puro desiderio fisico si fa prosciugare dalle finanze e trattare come uno zerbino. Anche la madre del giovane, donna Elena, è un personaggio vitale e azzeccato, ben delineato.

Il romanzo ha un seguito, “Il tempo dell’aurora”, dove l’amore tra Ebe e Giorgio viene di nuovo messo in discussione dalla terribile gelosia di quest’ultimo verso il bellissimo Roberto Allegri, anch’egli innamorato della giovane, e Dianora inizia una lunga discesa agli inferi nel momento in cui si innamora davvero di un uomo, il nobile ballerino Vilfredo Pons, e si trova a dover fare i conti tra questo sentimento e le sue macchinazioni diaboliche, e la necessità mai sopita di mentire su ogni cosa. Il romanzo precipita tutti verso il peggio di se stessi, a volte sfociando in scene che cozzano con la caratterizzazione fin lì delineata, soprattutto per ciò che concerne Ebe. Vi sono anche alcune scene che non tornano, personaggi che tradiscono i propri segreti senza le corrette reazioni da parte di chi ascolta, ma nel complesso il romanzo tiene e, con buona pace di Ebe, le vicissitudini della sorella tengono banco con maggiore successo, tanto da instillare verso la fine un’inaspettata commozione.

Una bella lettura d’altri tempi, senza cime né abissi.

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