lunedì 5 settembre 2011

Orgoglio e pregiudizio

Come prima recensione di un “classico”, mi è parso giusto iniziare da ORGOGLIO E PREGIUDIZIO di Jane Austen. Perché? Beh, perché affrontare la lettura di un romanzo che non sia uno dei moderni best-sellers impilati in libreria in pigne scintillanti oppure una di quelle letture ‘da spiaggia’ che non chiedono grande sforzo intellettuale, non è una scelta facile. Spesso, fin troppo, lo studio scolastico della letteratura italiana e straniera conduce i ragazzi a sviluppare un tale odio, una tale avversione verso tutto ciò che è ‘antico’ (ergo: noioso) da farli stare lontani dal genere vita natural durante.
Grave, gravissimo errore. Un errore nel quale ho avuto la tentazione di indulgere a mia volta, nei freschi anni dell’adolescenza. Fortunatamente, sono una a cui piacciono le sfide. Non potevo permettere ad alcuni romanzi di tenermi lontana a priori. Da un semplice atto di coraggio è nata la sezione “Letteratura” della mia personalissima biblioteca, che si sta ingrandendo tanto da essere diventata ingestibile. Queste recensioni sono rivolte, quindi, a chi ancora non è riuscito a vincere il pregiudizio che contribuisce al titolo di questo romanzo, che in tempi di ingenuità avevo giurato di non leggere mai.
“Orgoglio e pregiudizio” narra la storia di Elizabeth Bennet, una ragazza inglese di estrazione non indigente ma nemmeno particolarmente agiata, la cui famiglia è composta da un padre sarcastico e solitario, una madre frivola il cui unico scopo è maritare le figlie, e quattro sorelle. Jane, la maggiore, è un angelo di grazia e bontà. Mary, la mezzana, tenta senza molto successo di diventare una donna colta. Catherine e Lydia, le più giovani, sono due ochette senza cervello.
La loro vita piuttosto spensierata viene sconvolta da due avvenimenti. In primo luogo, l’arrivo del nuovo vicino, Mr.Bingley. Questi, un giovane simpatico e alla mano, si innamora ricambiato di Jane, ignaro della disapprovazione delle sue altezzose sorelle e di Mr.Darcy, il suo migliore amico, un uomo ricco e orgoglioso. Nello stesso tempo, i Bennet ricevono la visita del cugino che erediterà la loro tenuta, un curato noioso e pedante che desidera prendere in moglie Elizabeth.
Fraintendimenti non voluti e malelingue divideranno i ricchi signori londinesi dalla famiglia campagnola. Qualcosa cambierà nel cuore di Elizabeth quando proprio Mr.Darcy, il cui orgoglio ha causato tanto male a sua sorella Jane, le confesserà di amarla a dispetto delle sue umili origini? O sarà solo l’inizio di ulteriori guai?
Il romanzo, a dispetto della sua “veneranda” età, si legge tutto d’un fiato. Scorre con una prosa piacevole, fresca, molto attuale. Saltando amabilmente da un ballo all’altro, da una ricca magione alla successiva, la scrittura della Austen stilla ironia sulle buone maniere di facciata, sull’educazione affettata, sulle cerimonie vuote di una società basata essenzialmente sulla forma e non sul contenuto.
I personaggi, a grandi linee, possono essere divisi in tre grandi famiglie: i vani, gli orgogliosi e gli ottimisti a qualunque costo. Ogni difetto della buona società viene messo in grande evidenza, conferendo un frizzante umorismo alla trama.
Il senso pratico, il risultato materiale di ogni decisione prevale sul sentimento in qualunque circostanza, compreso il matrimonio. Elizabeth è una delle poche idealiste che ancora si scandalizza all’idea di prender marito per poter avere una posizione, una casa decente, un reddito che possa far invidia ad amici e vicini (cosa che, invece, non farà arricciare il naso alla sua migliore amica Charlotte).
Per quanto si possa classificare il romanzo nella categoria “rosa”, le storie sentimentali raccontate nel libro sono affatto scontate, bensì plausibili anche al giorno d’oggi. La Austen ci presenta gli innamorati timidi che preferiscono avvicinarsi pian piano, rendendo difficile all’altro comprendere a che punto sia l’interesse altrui; la coppia sciocca che per puro interesse o desiderio del momento arriva al punto di progettare una fuga d’amore; gli innamorati testardi che non sanno far altro che insultarsi e irritarsi a vicenda.
Il consiglio di leggerlo va anche a chi avesse già visto il recente film tratto dal romanzo. Per quanto sicuramente fedele, la lettura regala una visione più sfaccettata della vicenda e consente di inoltrarsi con maggiore profondità nella mente della protagonista e di chi le gravita attorno.

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