martedì 24 gennaio 2012

22/11/'63

La danza è vita.

Quanti di noi hanno pensato almeno una volta nella vita: “Se solo potessi tornare indietro nel tempo, cambierei molte cose”?
A Jake Epping, un giovane insegnante, viene dato modo di realizzare questo desiderio. Non per sé, ma per il bene di tutta l’umanità. Un compito pesante? Ben più di quanto si potrebbe pensare, perché il passato NON VUOLE essere cambiato.
Nel magazzino della tavola calda di Al, un amico di Jake, esiste una sorta di bolla temporale che catapulta chi ci finisce dentro nel 1958. Ogni viaggio è il primo viaggio: quando si tenta di sbucare di nuovo nel passato, tutto si azzera e si ricomincia daccapo. Nel futuro, inoltre, trascorrono solo due minuti tra andata e ritorno, qualsiasi sia l’ammontare di tempo che si vive nel passato. Al ha tentato di utilizzare questa inquietante magia per compiere un azzardo: salvare la vita al Presidente Kennedy ed evitare, in questo modo, i disordini razziali e la guerra in Vietnam degli anni ’60. Un male incurabile lo sta però uccidendo e Al è tornato nel futuro per passare il testimone a Jake.
Il giovane uomo accetta l’ingrato compito e si trasferisce nel passato. Gli anni passano e Jake porta avanti le sue indagini su Oswald, colui che a meno di complotti segreti dovrebbe essere l’effettivo assassino di John Kennedy. Per spiare il suo obiettivo Jake diventa il suo alter-ego George, un uomo capace di destreggiarsi anche in ambienti poco piacevoli, di fidarsi del suo istinto di sopravvivenza e, all’occorrenza, uccidere.
Al contempo, per mimetizzarsi, accetta il ruolo di insegnante in una sonnolenta cittadina del Texas. Questo è il suo errore, o – forse- la sua salvezza. E’ a scuola che Jake si sente davvero realizzato, insegnando e introducendo gli studenti all’esperienza teatrale. Inoltre è in questo ambiente che incontra Sadie, la nuova bibliotecaria, una donna che diventerà per lui la cosa più importante, il vero amore.
Il momento cruciale si avvicina, il Tempo fa di tutto per fermarlo e Sadie rischia di essere travolta dal micidiale macchinario che Jake ha messo in moto. Come può un uomo scegliere tra amore e dovere? Si può davvero cambiare il passato o è stata tutta fatica inutile? E chi gli assicura che il “mondo nuovo” sarà davvero migliore del futuro che sta tentando di cancellare?
Questa la trama dell’ultima fatica di Stephen King (Sperling&Kupfer), un poderoso tomo che affronta con coraggio e una certa spericolatezza il delicato e sempre attuale (almeno in America) tema dell’omicidio Kennedy, legandolo a doppio filo con il vecchio cliché fantascientifico dei viaggi nel tempo.
Ho letto le recensioni al romanzo prima di riceverlo in regalo e le ho trovate in gran parte critiche. All’autore viene imputato scarso approfondimento verso i fatti storici e una certa superficialità nella trattazione del tema dei viaggi nel tempo, con tutte le domande e le incongruenze che una situazione del genere apre.
Dopo la lettura posso affermare quanto già immaginavo: i critici sono una gran noia. Se desiderassi sapere con esattezza come si è arrivati all’omicidio Kennedy, non comprerei questo romanzo, ma un saggio storico o giornalistico. Ugualmente, se fossi interessata ai paradossi dei viaggi del tempo mi andrei a leggere i più recenti dibattiti di fisica. Questo è un romanzo, un’opera di fantasia nata per far sognare, non per sciorinare date o dettagli tecnico-scientifici. C’è da godersi la lettura e basta.
Ritengo anch’io che la lunghezza sia eccessiva, in alcuni momenti King si è un po’ lasciato andare al prolisso, ma nel complesso la storia scivola via facilmente, senza oberare il lettore di dettagli e andando a toccare le corde giuste nei sentimenti. La capacità di commuovere non è mai mancata a questo autore. Nel finale, le citazioni ai classici di fantascienza come “1984” sono una strizzata d’occhio agli appassionati del genere.
Il concetto alla base del romanzo è che, per quanto tutto in noi chieda rimedio agli incidenti, alle disgrazie, alle cattive azioni, ogni evento accade per una ragione. Un’armonia, per dirla come King. Interferire con questi processi potrebbe portare disastri inimmaginabili, ben più gravi del danno che abbiamo cercato di riparare. Una visione forse fatalista, ma al contempo profonda: tutto ci fornisce una lezione, un’esperienza, sentimenti su cui riflettere per andare avanti e, forse, diventare persone migliori. Perfino le perdite più incolmabili.
Vi auguro buona lettura.

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