lunedì 23 luglio 2012

Lamento di una maggiorata

Questo libro è dedicato a tutte le infelici, là fuori, che sopportano giorno dopo giorno il peso (psicologico, ma anche dannatamente fisico) di un seno enorme, giunonico, ingombrante. Non si tratta di uno sfogo che possa generare simpatia in una donna con un seno normale o inesistente. Non è una tragedia che possa essere compresa da chi un seno grosso se l’è andato a cercare con il lumicino, facendosi riempire il petto di silicone ora sfoggiato con una soddisfazione abbastanza grottesca (voglio dire…è finto e si vede!).
Parlando da donna che è sempre stata preceduta dal proprio seno, “Lamento di una maggiorata” non sarà del tutto condivisibile nemmeno dalla categoria presa in esame. E’ comunque un modo ironico e schietto di trattare un argomento che mette in imbarazzo tante giovani donne, là fuori, e su cui non tutte riescono a scherzare.
Simona Siri pubblica il suo divertente sfogo, a metà tra l’autobiografia e la dissertazione psicologica sui danni prodotti dal portarsi appresso una tale mole, con la casa editrice Tea.
Ci racconta delle sue velleità di ballerina classica, amaramente ridimensionate da una insegnante bacchettona ma anche dall’evidente impedimento fisico che un gran seno comporta, rovinando non solo le linee del corpo ma diventando protagonista di indesiderati “movimenti tellurici” e conseguenti incidenti di percorso traumatici.
Analizza come il complesso del seno grande abbia condizionato tutta la sua adolescenza e come la società di oggi sia poco attenta alla categoria delle maggiorate. Provate ad andare a comprare un vestito, una canotta o della biancheria intima una volta superata la terza misura, coppa C! Per trovare sufficiente posto al seno, vi scoprirete coperte da un delirio di stoffa informe che vi farà sentire un elefante anche se portate la taglia 40!
Passa poi ad analizzare il suo rapporto con gli uomini e il rapporto di questi ultimi con il seno in generale…e il suo in particolare! Che l’uomo ne sia attratto è una verità vecchia come il mondo. L’autrice cerca disperatamente di capirne il perché, lei che tanto lo odia, anche se involontariamente finisce per servirsene per tenere legate a sé le proprie conquiste.
Il seno è nemico e amico, compagno d’avventure e scomodo ostacolo alle ambizioni, simbolo di un genere di donna in cui l’autrice non si identifica eppure parte integrante della sua esistenza.
Alla fine si rimane piuttosto deluse dalla decisione dell’autrice. Dopo tutti gli anni trascorsi a cercare di comprendere come accettare il proprio corpo, sfruttarlo a proprio vantaggio invece di subirlo come una condanna, a valutare le reazioni di uomini e donne di fronte a cotanta generosità di natura, si assiste a una resa.
Il percorso compiuto si arena sulla decisione di sottoporsi a una operazione di mastectomia e ridurre chirurgicamente quel seno mai veramente accettato e avvertito come parte di sé. Il “nemico n°1” verrà ridotto ai minimi termini e tanti saluti.
Per una lettrice che, come me, vive con lo stesso problema dell’autrice (un seno sproporzionato per la propria struttura fisica) la cosa fa storcere parecchio il naso. Si tratta di vita vera, senza alcun dubbio, ma il sospetto nato già dalle prime pagine – che, cioè, Simona Siri sia ancora prigioniera del suo complesso del seno grosso e che non abbia mai superato le insicurezze dell’adolescenza – diventa certezza leggendo le ultime righe.
Non è un bel messaggio verso chi, magari, è ancora nel pieno di queste incertezze, questi imbarazzi apparentemente ingestibili. In realtà, per quanto il seno grosso sia una dannata scocciatura e l’industria della moda ci ignori totalmente costringendoci a salti mortali per riuscire a vestirci in maniera decente, esistono modi di esaltare la propria “dote naturale” per apparire al meglio. Bisognerebbe essere in grado di accettarsi per ciò che si è tirando fuori il meglio da quello che si ha, invece di pensare che l’unica soluzione sia il bisturi di un chirurgo.
Comunque, per quanto il messaggio finale sia un po’ discutibile, la lettura è scorrevole, divertente, senza pensieri. L’autrice ha una prosa simpatica e accattivante, spiritosa e autoironica. Ci si affeziona alle sue vicissitudini, alle persone che entrano nella sua vita e trovano una parte in questa “odissea del seno grosso”, ci si ritrova a tifare per lei nei momenti di difficoltà e di incertezza.
Una perfetta parentesi di svago estiva, un regalo spiritoso per chi porta la croce di essere “tettona”. Prima, però, accertatevi che l’amica in questione possieda la necessaria capacità di prendersi un po’ in giro, mi raccomando!! Buona lettura!

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