sabato 18 maggio 2013

Il fantasma di Canterville

Oscar Wilde è un autore che difficilmente può risultare ignoto, anche a chi non legge o non frequenta il teatro. La sua fama, il suo passato di dandy e fine esteta con il dono di giocare con le parole, ha superato i secoli e le barriere fra chi fruisce dell’arte (qualunque essa sia) e chi no. Il suo nome, nonostante l’infamia della galera che la Gran Bretagna gli riservò, è giunto fino a noi avvolto da quell’aura di frizzante irriverenza che ne fa un personaggio intramontabile.
Parlando di letteratura, di Wilde sono molto conosciute le sue commedie teatrali (“L’importanza di chiamarsi Ernesto”, o Onesto in talune traduzioni) create grazie ad arguti dialoghi e personaggi nati per schernire il bel mondo nel quale lo stesso Wilde era tanto ben inserito, oppure il suo unico romanzo, quel capolavoro de “Il ritratto di Dorian Gray”, incentrato sulla figura di un giovane bellissimo che si tuffa nella depravazione dello spirito, certo di uscirne indenne grazie all’incantesimo che lo lega al proprio ritratto.
L’autore irlandese, però, fu anche poeta e narratore di fiabe, nonché scrittore di racconti, forse influenzato dalla produzione letteraria della madre, convinta sostenitrice del recupero delle tradizioni mitologiche e favolistiche d’Irlanda. La raccolta pubblicata in questa edizione di Giunti contiene quattro storie brevi. In Italia, essa prende il nome da “Il fantasma di Canterville”, forse una delle più conosciute storie di spettri del nostro secolo, mentre in patria porta il titolo del primo racconto della raccolta.
Si comincia con “Il delitto di Lord Arthur Savile”, pungente satira sul deviato senso di responsabilità dei giovanotti di buona società nella Londra del tempo. Arthur sta per sposare Sybil e vive senza tanti pensieri, baciato dalla fortuna. Tutto cambia quando, a un ricevimento, il cartomante della padrona di casa gli legge il futuro sulle linee della mano. Arthur, infatti, è destinato a commettere un omicidio. Disperato, il giovane prende una ferrea risoluzione: se al destino non si può sfuggire, meglio sbarazzarsi subito di questa seccatura e solo dopo, una volta liberatosi di questa Spada di Damocle, sposare la sua dolce promessa. Iniziano così assurdi e goffi tentativi per uccidere conoscenti e parenti vari, nel vano tentativo di affrettare il destino e coronare il proprio sogno d’amore.
Wilde ci lascia a bocca aperta per l’innocente fervore del giovane Arthur, del tutto estraneo ai sensi di colpa per l’omicidio e preoccupato solo all’idea di creare futuri fastidi alla fidanzata. Coronare il suo sogno d’amore con l’omicidio sembra un dovere da compiere – paradossalmente – per dimostrare di essere un uomo d’onore e di parola. L’ipotesi di sforzarsi di cambiare il destino non sfiora nemmeno la mente di Arthur, in un paradosso divertente e sconcertante allo stesso tempo.
Segue “La Sfinge senza segreti”, una storia d’amore basata su un mistero senza soluzione. L’incontro casuale di due vecchi amici sarà l’occasione per il racconto di un amore sfortunato verso una giovane donna dalle abitudini misteriose, che prima irretiscono e poi frustrano l’amante, fino ad una tragica conclusione.
Il terzo racconto è la colonna portante della raccolta, vale a dire “Il fantasma di Canterville”, satira bruciante sulla differenza di modi e pensiero tra americani e inglesi, dileggio irriverente delle storie di fantasmi tanto in voga all’epoca e al contempo profondo, commovente momento di riflessione sulla morte e su ciò che si cela oltre il momento tanto temuto da ogni essere umano. La storia narra della famiglia americana Otis che si trasferisce nel castello inglese dei Canterville, ove da secoli spadroneggia il fantasma di Sir Simon, un antenato macchiatosi dell’omicidio della moglie. Gli Otis, però, sono scettici fin nel midollo e mettono in totale crisi lo spettro, con tutto il suo repertorio di apparizioni spaventose. Sarà la giovane figlia degli Otis, Virginia, ad avvicinare il fantasma e a intuire il suo dramma, offrendogli il proprio aiuto.
Chiude la raccolta “Un milionario modello”, la storia di un povero giovane con aspirazioni di matrimonio che, impietosito dal mendicante cencioso trovato a far da modello all’amico pittore, si priva delle poche monete che possiede. Scoprirà di aver fatto la carità a qualcuno che può cambiargli la vita.
Quattro chicche, imperdibili per gli estimatori di Wilde e ottime per chi vuole avvicinarlo per la prima volta.

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