mercoledì 11 settembre 2013

Le parole raccontate

Andrea Camilleri potrebbe essere definito un uomo che ha vissuto due volte. Quantomeno, ha vestito sia i panni del regista teatrale che, successivamente, del romanziere di successo. La cosa che fa riflettere è come il passaggio da una figura all’altra sia inizialmente stato visto con sospetto, per poi arrivare all’estremo di ricordare Camilleri unicamente come scrittore, lasciando solo agli addetti ai lavori il ricordo della sua lunghissima carriera nel mondo del Teatro.
Andrea Camilleri nasce nel 1925 in provincia di Agrigento. Nel 1949 viene ammesso al corso di regista presso l’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, a Roma. Regista di moltissimi testi, insegnante, affianca al lavoro teatrale la scrittura. Pubblica novelle e romanzi, molti ambientati nella sua terra natia, la Sicilia; alcuni, dedicati a grandi artisti del nostro passato. Famosissimo il personaggio del Commissario Montalbano, interpretato per la tv da Luca Zingaretti. Da quando ha abbandonato le scene, i suoi successi letterari hanno messo un po’ in ombra il suo importante contributo al panorama teatrale italiano.
Questo piccolo libro edito da Rizzoli, Camilleri va ad attingere alla propria memoria della passata carriera da regista in modo ironico e scanzonato, in un saggio dal doppio volto nato come chiacchierata senza filtri con tutti i teatranti, a qualunque livello.
Il testo si compone di due parti distinte: la prima è, appunto, una sorta di dizionario dei termini teatrali. La seconda, è la trascrizione di una lezione-incontro tenuta da Camilleri per una classe di ragazzi che si stavano affacciando all’esperienza teatrale.
Il dizionario viene definito dall’autore “lacunoso”, questo perché non ha alcun intento didattico, nasce dalle miniere della memoria. E’ una raccolta di aneddoti, cui il termine di referenza fa quasi da titolo. Camilleri utilizza questa forma a metà tra la voce didascalica e il racconto puro e semplice per metterci a parte di alcuni episodi della sua vita da allievo regista, curiosità dei dietro le quinte, riflessioni sul suo lavoro. Ci presenta un volto poco noto di personaggi dello spettacolo, parla dei critici e di alcune esperienze particolari.
L’autore si sofferma volentieri a tracciare i retroscena dei lavori a cui ha preso parte sia come regista, sia – più modestamente – come aiuto. Mette in mostra difetti e capricci di attori, registi e personalità varie del teatro, con un’ironia e un’autoironia che paradossalmente dimostrano il profondo rispetto di Camilleri per questo mondo fragile ed esigente.
Si parla perfino di apparizioni fantasmagoriche in teatro, come se questo luogo in cui vengono messi in scena i sogni sia davvero un ambiente liminare in cui diversi piani d’esistenza si trovano e si toccano, palesandosi a vicenda.
La seconda parte del libro è la trascrizione di un seminario tenuto da Camilleri a un gruppo di giovani attori. La chiacchierata si fa subito informale, senza rigidità tra professore e allievi. Relatore e astanti sono accomunati dalla passione e dall’amore per l’arte teatrale, e tanto basta.
Ovviamente consigliato a coloro che hanno un forte interesse per il Teatro, ma una lettura molto piacevole anche per i fan del Camilleri scrittore.

Nessun commento: