mercoledì 4 settembre 2013

Storia del Giappone

Il Giappone è un Paese misterioso e contraddittorio, affascinante, la cui storia non è ancora del tutto chiara nemmeno ai nativi. Le sue origini antropologiche sono avvolte nel mistero più fitto, la ricerca è ancora lungi dal comprendere come e quando il genere umano ha fatto la sua comparsa su questo gruppo di isole, dando inizio al lungo viaggio di una cultura peculiare e quasi incomprensibile per il pensiero occidentale, capace di attingere dagli usi e costumi altrui ma solo per costruire qualcosa di nuovo, originale, che fosse sempre in grado di rivaleggiare e prevalere sia con i “vicini di casa” che con il resto del mondo.
“Storia del Giappone” di Kenneth H. Henshall (edito da Mondadori) si prefigge di offrire una panoramica quanto più possibile chiara ed esauriente delle epoche che hanno caratterizzato l’evoluzione sociale nipponica, utilizzando un linguaggio semplice e preciso per inquadrare periodi storici, forme di governo, ordinamenti sociali, correnti di pensiero.
Ogni era viene illustrata in un capitolo dedicato, senza soffermarsi in maniera eccessiva sui dettagli – che sarebbero solo d’impiccio a chi si avvicina per la prima volta alle tradizioni di questo mondo particolare – ma ponendo l’accento sui fatti e i personaggi salienti, attenendosi alle chiavi di lettura che in campo accademico sono ritenute maggiormente aderenti al vero. In conclusione di ogni capitolo, inoltre, l’autore offre un riassunto di quanto spiegato, corredato da due tabelle: una cronologica, l’altra inerente le principali peculiarità sociali e di pensiero del periodo descritto.
Questo è uno strumento di grande utilità per coloro che intendono usare il testo per prepararsi mnemonicamente senza essere costretti a destreggiarsi tra concetti essenziali e nozioni aggiuntive.
Il primo capitolo affonda le sue radici nella preistoria e cerca di tracciare le origini del popolo giapponese attraverso i flussi migratori continentali e le tracce lasciate dalle etnie che si sono avvicendate, a volte scontrandosi, sul territorio. L’autore non esita a raccontarci anche la versione mitologica delle origini del Giappone, fondamenta della religione shintoista che ha imperato fino al radicarsi della filosofia buddhista e che ancora oggi fa parte indissolubilmente della vita dei giapponesi.
Questo popolo, infatti, ha sempre avuto un atteggiamento molto aperto nei confronti delle diverse religioni, adottandole indifferentemente e portando avanti percorsi spirituali peculiari che non hanno simile attitudine in nessun altra parte del mondo.
Pian piano, un territorio diviso e vulnerabile nei confronti del vicino impero cinese diventa uno Stato unitario (Yamato) con un sistema a sua volta imperiale, incentrato su una corte che col passare del tempo si isola dal mondo, affidandosi al rituale buddhista e alla ricerca dei raffinati piaceri delle arti. Questo periodo, nominato Heian, termina con il sorgere di personalità guerriere che iniziano a combattersi per il potere, che viene decentrato nella figura dello shogun. Dopo secoli di guerre, sarà Oda Nobunaga a prevalere su tutti e riunificare il Paese.
Dopo lui e il suo braccio destro, prenderà il potere la dinastia Tokugawa, conservatrice fino a decidere di chiudere il Giappone agli stranieri e gestire la società in caste guidate da norme rigidissime. Solo l’insistenza americana, nel XIX secolo, costringerà il Giappone a cambiare rotta e decidere di prendere tutto ciò che poteva essere utile dagli Occidentali.
All’Imperatore si affianca un’oligarchia di militari che, dietro apparenze democratiche, costruisce una dittatura nazionalistica con mire d’espansione in Asia e non solo, in netta competizione con l’Occidente. Questo porta alle amare conseguenze della Seconda Guerra Mondiale e a una sconfitta devastante. Il Giappone, però, ha dimostrato di sapersi sempre risollevare dalle proprie ceneri, reinventando se stesso quando necessario, pur rimanendo una realtà piena di sottili contraddizioni che la nostra forma mentis fatica a comprendere.
Una lettura che risulta sia piacevole che istruttiva. Un buon modo per cercare di conoscere meglio un Paese meraviglioso e un popolo dal passato turbolento, le cui caratteristiche migliori sono da esempio per credere nella possibilità di ricominciare.

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