giovedì 14 novembre 2013

Gli Impressionisti

La corrente artistica degli Impressionisti ha fatto da spartiacque, relegando all’antico il lungo percorso verso la “bella pittura” e la maniera accademica per inoltrarsi nel concetto di colore, percezione e interpretazione personale del concetto di rappresentazione, cosa che ha poi condotto alle avanguardie e all’arte contemporanea.
Questo nuovo modo di concepire la pittura fu figlio non solo del genio di un gruppo di artisti dall’animo ribelle e senza alcuna paura di sperimentare, ma anche dei tempi. La Francia della metà dell’Ottocento era pervasa dalla voglia di cambiamento, di lasciarsi alle spalle il passato, la burocrazia, le pastoie sociali. Era una Francia che voleva divertirsi, lasciarsi andare, inoltrarsi nella modernità e nelle nuove scoperte tecnologiche. L’Accademia, con i suoi esercizi di maniera privi di contenuti e di novità, divenne l'emblema di ciò che andava cambiato alla radice.
Questo, come ovvio, generò un netto rifiuto da parte delle istituzioni e costrinse gli artisti a imparare a “vendersi” da sé, organizzando in proprio le esposizioni, prendendo contatto con mercanti d’arte e collezionisti, allacciando relazioni con scrittori e giornalisti che potessero far loro una pubblicità positiva, avvicinandoli al grande pubblico, che – come ovvio – non capiva la loro pittura e la malgiudicava. Fu il primo passo verso un moderno mercato dell’arte, anche se gli sforzi degli Impressionisti non trovarono seguito se non dopo la loro morte, quando il panorama artistico aveva ormai imboccato una svolta epocale e i loro lavori vennero valutati per cifre altissime.
Il bel libro della Giunti che vi sto presentando offre, oltre ad un pregevole prodotto editoriale in carta lucida e moltissime immagini a colori, un riassunto ben congegnato di ciò che è stata questa corrente, di chi fossero gli artisti che ne facevano parte e quali fossero non solo le loro tecniche ma anche i loro obiettivi, raccolti poi dai successivi adepti della loro scuola. Le pagine a sinistra contengono il testo, ricco di dettagli, e piccole immagini di riferimento. Le pagine a destra sono dedicate alle stampe di grande formato e alle schede di approfondimento.
Si parte con una parentesi sui predecessori degli Impressionisti, coloro che hanno aperto la via per il cambiamento. Oltre ad un’analisi della Parigi di metà secolo, si parla quindi del Realismo, prima pietra di scandalo nell’ambiente artistico francese. La scuola di Barbizon da una parte, con la predicazione della pittura di paesaggio en plain air contrapposta al lavoro in studio insegnato in Accademia, e artisti come Courbet e Corot tanto attenti a rappresentare la realtà quotidiana senza filtri di buon gusto e maniera, influenzarono profondamente temi e modi dell’Impressionismo.
Vengono quindi raccontate le vicissitudini riguardanti le mostre impressioniste: come sono nate, chi vi ha partecipato, quali sono state le reazioni del pubblico e della critica. Vengono anche sviscerati i contrasti interni al movimento, che hanno modificato più volte l’organico di coloro che esposero sotto il nome di “impressionista”. Un capitolo a parte è dedicato ai luoghi di ritrovo di questi artisti, principalmente locali cittadini e studi privati, ove si faceva salotto e si accendevano discussioni sull’evoluzione dell’arte che coinvolgevano anche letterati e giornalisti.
Si analizzano poi i soggetti preferiti (paesaggi ma anche scorci della movimentata vita di città e del mondo del lavoro), le tecniche pittoriche utilizzate e l’avvento del mezzo fotografico, i personaggi altrettanto famosi che hanno gravitato attorno all’ambiente impressionista (vedi il poeta Baudelaire o il romanziere Zola). Si chiude con le brevi biografie dei principali artisti del gruppo, corredate da una galleria fotografica aggiuntiva, e di coloro che porteranno altra innovazione partendo dalle loro orme: i “puntinisti” Seurat e Signac, quel Gaugain che cercherà fuori dalla Francia la sua ispirazione, e Vincent Van Gogh, rivoluzionario e sfortunato artista.
Un bellissimo regalo per tutti gli amanti dell’arte.

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