mercoledì 6 novembre 2013

L'esperimento del dottor Ox

Jules Verne (1828 – 1905) fu uno scrittore francese che coniugò la fantasia alla scienza, creando romanzi e novelle che cementarono le fondamenta della moderna fantascienza e fecero (ancora fanno) sognare bambini e adulti. Suoi titoli intramontabili come “20.000 leghe sotto i mari”, “Dalla Terra alla Luna” e “Il giro del mondo in 80 giorni”. Il racconto che vi vado a presentare oggi mette in luce, oltre agli interessi per cui Verne è famoso, un’ironia tagliente ed esilarante che lo rende ancora più vicino alla cultura contemporanea.
“L’esperimento del Dottor Ox” racconta le vicissitudini di una cittadina delle Fiandre, Quiquendone, così tranquilla fin dai primordi della sua fondazione che spesso la gente si dimentica della sua esistenza, tanto che essa non compare nemmeno sulle carte geografiche.
La vita a Quiquendone è la quintessenza della vita fiamminga nelle esagerazioni caricaturali del resto del mondo: pacata, lenta, ponderata. Qualunque decisione viene procrastinata per anni, decenni, nel timore di affrettare troppo i tempi e prendere la decisione errata. I fidanzamenti durano anni e anni, senza quasi alcun rapporto tra gli innamorati, che così avranno tutto il tempo di abituarsi all’idea del matrimonio. Le chiacchierate si dipanano in lunghe ore fatte soprattutto di pause di riflessione. Ogni casa è esempio d’ordine, calma e silenzio.
In un tale contesto, è appena stata presa una decisione che porterà un po’ di modernità – ma solo un po’- in un luogo quasi fuori dal tempo. Il borgomastro Van Trikas e il consigliere Niklaus, infatti, hanno finalmente concordato che Quiquendone avrà l’illuminazione a gas per adeguarsi ai tempi.
Il lavoro di allacciamento di tutti gli edifici cittadini, impresa non da poco, è stato affidato a uno scienziato straniero, il dottor Ox, giunto da poco in città insieme al suo assistente. A quanto pare, il dotto scienziato conosce un sistema alternativo di illuminazione a gas che consentirà alla brava gente di Quiquendone di avere una splendida luce risparmiando in moneta sonante.
Ciò che gli sventurati cittadini non sanno, è che Ox non ha alcun interesse a fornire semplicemente la luce alla città dietro compenso. Il suo vero scopo è usare l’intera, flemmatica cittadinanza di Quiquendone come cavia per un importante esperimento scientifico. I collegamenti per il gas posizionati in tutti gli edifici, infatti, serviranno a saturare l’aria di ossigeno per valutarne gli effetti sulla flora e sulla fauna, ma soprattutto sulla psiche degli esseri umani.
Le prime avvisaglie che qualcosa di arcano si sia messo in movimento viene dalla crescita rigogliosa, perfino mostruosa di piante e frutti, che raggiungono dimensioni pazzesche per poi morire velocemente. Di seguito si riscontra un’irritabilità mai vista negli animali. Poi, finalmente, sono le persone a dare segni di squilibrio.
I calmi e letargici cittadini cominciano a discutere animatamente, ad accelerare i tempi, a dar vita a feste mai viste, a litigare. Ad un certo punto, infiammati gli animi, perfino a dar luogo a risse e a cercare un pretesto per dichiarare guerra alle città vicine! Quali saranno le conseguenze del pericoloso esperimento del dottor Ox?
Verne basa il racconto sul doppio volto della scienza, che non esita a diventare dannosa pur di raggiungere i propri scopi di conoscenza, trasformandosi in una piaga quando il suo scopo dovrebbe essere quello di servire l’umanità. Ox è lo scienziato disposto a sacrificare tutto e tutti pur di sperimentare le proprie teorie. I cittadini sono semplici cavie da laboratorio, ignare di quanto sta avvenendo.
Al contempo, lo scrittore dileggia queste placide vittime senza pietà, in una parodia del popolo bue che si fa guidare qua e là dal burattinaio senza nemmeno un sentore che qualcosa non vada, che gli eventi siano manipolati dall’alto. L’ironia francese verso i vicini fiamminghi qui viene portata all’eccesso, con una dichiarata intenzione grottesca. Al contempo vi si può leggere dell’ironia anche verso i concittadini di Verne, in quanto i fiamminghi dopati con l’ossigeno somigliano moltissimo ai francesi infiammati ad ogni buona occasione di protesta.
Un racconto divertente e dissacrante, godibilissimo nonostante l’abbondante secolo che ci separa, ancora pericolosamente attuale nei riguardi di quella scienza che fa dell’umanità la sua cavia da laboratorio.

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