lunedì 13 luglio 2020

L'inviato speciale

Il mondo del giornalismo è spesso inquinato da polemiche e da pratiche poco etiche che ne hanno minato l'immagine. Questo, comunque, non è un fatto nuovo. Già nel 1936, infatti, Evelyn Waugh pubblicò un romanzo che era una satira impietosa dell'ambiente giornalistico, soprattutto per quanto concerneva l'ambito degli inviati di guerra. Il romanzo si intitola "Scoop", ribattezzato "L'inviato speciale" in Italia. 
Con una scrittura scarna,  paradossale, Waugh racconta la storia di William Boot, autore di una rubrica bucolica, il quale, per uno scambio di persona, si ritrova alla redazione del Beast a ricevere l'incarico di partire come corrispondente di guerra per Ismailia, oscuro Paese africano improvvisamente al centro delle mire di più potenze mondiali. William, ingenuo e ignaro dei meccanismi dietro a questo tipo di situazioni geo-politiche, collezionerà momenti di disagio e imbarazzo, circondato da giornalisti in apparenza più scafati ma in realtà sballottati a destra e a manca dietro alla prima notizia (falsa ma sensazionalistica) uscita dalle labbra di qualcuno o anche solo inventata durante la notte. 
Incontrerà un'umanità allucinata, borderline, finendo in un calderone di complotti e rivoluzioni decise a tavolino, un caos autentico al di sotto di quello costruito dai verbosi articoli dei giornalisti e di cui William sarà l'unico vero testimone, suo malgrado diventando un esempio di giornalismo di guerra. Conoscerà l'amore in una ragazza bella e spiantata che aspetta il marito scomparso, ma si ridurrà a farle da salvadanaio per poi perderla. Al suo ritorno, William farà di tutto per tornare all'oblio da cui era venuto e uscire da questo meccanismo di assurdità.
A tratti, il romanzo sembra un esempio di teatro dell'assurdo. I personaggi sono maschere, i cui comportamenti eccentrici sono portati all'eccesso. Non aspettatevi realismo, ma una deformazione grottesca in cui non si sa mai chi parla sul serio e chi scherza. Al contempo, l'autore centra i suoi obiettivi con spietata sicurezza. Una narrativa che potrebbe non piacere a tutti, ma che vale il tentativo.

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