mercoledì 23 novembre 2011

Le antiche civiltà antidiluviane

Quando si parla del remoto passato, di ciò che conosciamo riguardo al principio di ciò che chiamiamo Storia, scienziati ed eruditi si dividono fondamentalmente in due scuole di pensiero: i tradizionalisti e i revisionisti.
I primi raccontano che l’Uomo ha raggiunto livelli sociali e culturali tali da creare società complesse, mitologia, arte e scrittura quattro – cinquemila anni fa. Prima di allora, il genere umano era composto da esseri primitivi che per qualche milione di anni si sono evoluti fisicamente ma non a livello sociale – culturale.
I revisionisti contestano questa scuola di pensiero, reputandola antiquata e cieca di fronte ai nuovi reperti che contraddicono tali affermazioni, spostando la datazione di alcuni millenni indietro. Pecca dei revisionisti è, purtroppo, l’aggrapparsi disperatamente a una teoria cospiratoria che giustifichi l’ignoranza riguardo alle nuove scoperte oppure il partire per la tangente inglobando nell’equazione catastrofi cicliche, extraterrestri, antiche civiltà dotate di armi laser e veicoli volanti.
Questo eccesso di ardite ipotesi spesso fa passare completamente in secondo piano le legittime e interessanti domande che stanno alla base del movimento revisionista.
In “Le antiche civiltà antidiluviane” di Ian Lawton (Newton Compton Editore), l’ipotesi di civiltà precedenti quelle da noi considerate alla base della Storia viene presentata attraverso uno studio comparato delle mitologie mondiali, il lavoro dei revisionisti più o meno accaniti e sulla base del concetto karmico per cui la vita dell’Uomo sulla Terra ha uno scopo spirituale ben preciso, che la civiltà tecnologica tende a disgregare e pervertire.
Non temete comunque di trovarvi in mano un saggio che vi insegni a vivere in maniera retta e timorata di Dio. Qui si fa filosofia, tramite l’esoterismo e il mito, nonché l’analisi delle più recenti scoperte scientifiche.
Partendo dal concetto filosofico per cui il corpo umano è, sulla Terra, il ricettacolo ideale per ospitare l’anima e favorire la sua evoluzione, Lawton cerca di scoprire come e quando l’Uomo è diventato un essere dotato di parola e pensiero profondo e se è mai esistita una civiltà progredita – più spiritualmente che tecnologicamente- antecedente a quello che conosciamo come Diluvio Universale.
Tracce di una grande catastrofe per acqua si trovano praticamente in tutte le mitologie mondiali; questo è un particolare da tenere a mente. Nella prima parte del saggio, l’autore cerca di separare il mito dalla realtà evidenziando le somiglianze, quando non le identiche descrizioni di fatti, nelle antiche narrazioni. Si aiuta con il lavoro di altri antropologi e scienziati, mettendo in evidenza il comune ricordo ancestrale di una civiltà potente nello spirito poi degradatasi e spazzata via da un cataclisma.
Critico sia nei confronti dei tradizionalisti quanto dei revisionisti più accaniti, Lawton tenta di trovare prove a giustificazione della sua visione karmica del mondo senza sforare in ipotesi assurde e dando al lettore un panorama piuttosto esaustivo di quali sono le teorie alternative che oggi animano la comunità scientifica.
La seconda parte si spinge ancora più a fondo nella scienza e valuta i reperti archeologici, gli studi astronomici e geologici compiuti per definire modi e tempi di eventuali catastrofi sul nostro pianeta. Offre inoltre una cronistoria del mito di Atlantide e dei vari “continenti perduti”.
La terza parte è più esoterico-misterica e analizza nel dettaglio le varie scuole di pensiero e i loro obiettivi di conoscenza ed evoluzione spirituale, nonché le ultime scoperte della fisica quantistica.
Nonostante i buoni tentativi di obiettività, l’autore non sfugge qua e là ad un certo campanilismo verso il proprio modo di concepire la Vita, ma si perdona facilmente in quanto l’intero saggio si basa, in fin dei conti, su un punto di vista karmico. Il vero difetto dell’opera è un editing pasticciato; molto strano, per un testo edito dalla Newton Compton.
Consiglio questo testo a tutti coloro che sono interessati ad aprire nuovi orizzonti alla conoscenza, a chi si interessa di esoterismo e di antropologia. Se invece vi avvicinate per la prima volta a questi argomenti, meglio rivolgersi prima a saggi meno sfaccettati e onnicomprensivi, per evitare di confondersi in mezzo ai tanti nomi e alle più svariate teorie. Tenetelo buono per quando ne saprete un po’ di più.

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