lunedì 21 novembre 2011

Vlad Dracula

Vedendolo sullo scaffale della libreria ho avvertito una immediata attrazione. Amo la letteratura vampirica e ho una passione particolare per il personaggio storico di Vlad, principe di Valacchia. Allo stesso tempo, prima dell'acquisto sono stata tormentata da alcuni dubbi.
In primis la copertina, la cui scelta grafica – l’uso di uno splavido color rosa di fondo- è poco felice. Inoltre, quando compro la biografia di un personaggio storico mi muovo sempre con i piedi di piombo. Quante volte, invece che una biografia seria e contestualizzata storicamente, capita di ritrovarsi in mano una versione pesantemente romanzata che a conti fatti ha poco a che fare con la vita del nostro oggetto d’interesse?
Sempre più si assiste alla comparsa nelle librerie di pseudo-biografie che manipolano dettagli e avvenimenti a piacimento dell’autore, per conferire al personaggio in questione la capacità di attrarre l’interesse e aggiungere suspence o romanticismo alla più fredda sequenza di fatti della vita di un normale essere umano. Ho un certo odio verso questa trasformazione di persone ormai defunte in personaggi da romanzo e questo mi porta a tentennare nell’avvicinarmi alla sezione biografica delle librerie.
Fortunatamente, l’acquisto di questo romanzo, scritto da Michael Augustyn ed edito dalla Newton&Compton, è stato immune da ripensamenti e rimpianti. Per un prezzo decisamente economico ci si trova in mano una biografia di Vlad Dracula degna di questo nome, pur se qua e là l’autore si prende delle libertà nel supporre alcuni dettagli.
L’argomento viene trattato generalmente con obiettività, coerenza storica, approfondimento. La prosa scorrevole, semplice, priva di affettazioni, accompagna con fare gradevole il lettore lungo un ampio lasso della vita di Vlad Dracula, Principe di Valacchia, offrendo dettagliati scorci della situazione socio-politica di quell’Europa che diede i natali, sfruttò e poi condannò un personaggio sicuramente sopra le righe, che più avanti divenne parte essenziale di una delle più grandi leggende dell’horror contemporaneo.
Augustyn, inoltre, offre uno spaccato storico molto vivido senza cadere nella tentazione di ostentare la propria cultura. Quando un romanzo a sfondo storico diventa un interminabile elenco di descrizioni minuziose, un catalogo di armi, strategie, vestiario o personaggi corollari, vien voglia di chiedersi perché l’autore non abbia scritto un saggio, invece di infierire sul povero lettore a cui è stato fatto credere di trovarsi in mano un romanzo che non necessiti di note a piè di pagina.
“Vlad Dracula” non cade in questo tranello. Offre spunti culturali senza diventare un trattato socio-politico o un militaria.
La Valacchia era un principato “cuscinetto” che stava a metà tra l’Europa cattolica e il Vicino Oriente musulmano, due realtà in costante e feroce guerra. Era un regno di fede Ortodossa, quindi vessato da entrambe le fazioni, che desideravano solo inglobarlo.
Vlad fu mandato in ostaggio al Sultano dal padre, insieme al fratellino Radu. Le atrocità di cui fu spettatore esacerbarono un carattere già duro e gli insegnarono che solo la forza e la paura creano una società ordinata. L’abitudine del Sultano di impalare i suoi nemici fu da lui adottata e portata alla “perfezione”, tanto da guadagnargli il soprannome di Tepes (Impalatore) e una fama di mostro sanguinario che dura tutt’oggi, nonostante i suoi contemporanei non fossero poi molto più pietosi e sensibili.
La narrazione inizia al momento del primo ingresso di Vlad in Valacchia dopo la morte del padre, al seguito di quei musulmani di cui è ancora ostaggio. La storia prosegue narrando del suo affrancarsi dalla prigionia per conquistare da sé il proprio regno, della sua storia d’amore tragica terminata con il suicidio della sua sposa, della sua guerra interna contro ladri e boiardi e della sua lotta indefessa contro tutti i nemici esterni, a difesa del proprio popolo anche a costo di diventare un mostro.
Le sue azioni e le alleanze politiche che allaccerà lo porteranno ad essere addirittura scomunicato, cosa che dopo la sua morte in battaglia contribuirà a creare la leggenda della sua mutazione in vampiro. Su questi ultimi dettagli della vita del Principe di Valacchia, l’autore lascia libera la fantasia in un capitolo conclusivo che dà spazio al mito.
Per tutti gli appassionati di Dracula e per chi vuole avvicinarsi alle radici di una leggenda.

1 commento:

Mirko il Boss ha detto...

Bravissima!Finalmente una recensione come si deve,piacevole da leggere... non come certa gente che pretende di recensire libri quando la propria cultura si limita a topolino.Libro prenotato e in attesa di essere divorato :D comunque complimenti