lunedì 6 febbraio 2012

Beowulf

Hrōđgār, re degli Scyldingas, è afflitto da un problema che pare irrisolvibile: la sua splendida reggia, il Cervo, ogni notte viene presa d’assalto dal terribile orco Grendel, il quale fa strage di tutti coloro che incontra. Nessuno sembra in grado di eliminare questo flagello e la corte del re diserta il luogo di festa, lasciandolo alle bizze notturne del mostro.
Inaspettatamente, dal mare giunge una compagnia di coraggiosi Geati, guidati dall’imponente Beowulf, un guerriero dal fisico immane e dalla forza leggendaria. Egli sfida Grendel e lo sconfigge a mani nude, strappandogli un braccio e costringendolo alla sua ultima fuga nelle paludi. Questo gli porta onore alla corte del re, ma la gioia dura poco: la notte seguente, la madre di Grendel cerca e trova la sua vendetta sugli Scyldingas.
Beowulf è costretto a recarsi nel suo territorio per combatterla e, dopo un duro scontro in armi, riesce a ucciderla. Hrōđgār lo ricopre di preziosi e ne fa suo figlio onorario, poi i Geati tornano in patria per portare novella delle proprie gesta.
Ad anni di distanza, Beowulf è ormai un anziano re della sua gente. Lo attende, però, un ultimo scontro sovrumano contro un drago che, derubato di parte del suo immenso tesoro, si è svegliato e sta sfogando la propria ira sugli innocenti. E’ uno scontro tra titani. Beowulf vince, anche grazie al supporto di un giovane parente, ma lo scontro è stato troppo duro. Egli stesso muore, portando via con sé un’epoca di grandi gesta eroiche.
Composizione in versi della tradizione nordica, questo poema nasce in ambiente anglo-sassone e viene scritto in una lingua già in disuso, prettamente poetica e ricchissima di espedienti atti alla memorizzazione dei versi, che con tutta evidenza dovevano essere recitati in pubblico.
La storia di Beowulf, come evidenziato dalla lunga introduzione e poi dalle note di traduzione, si può dividere sostanzialmente in tre parti: il suo arrivo al Cervo e la lotta con Grendel, la battaglia contro la madre di Grendel e il ritorno a casa, gli ultimi giorni di regno di Beowulf e la sua lotta contro il drago. Ogni parte inizia con un breve riassunto di quella che la precede, segno che con tutta probabilità il racconto era pensato per prolungarsi lungo tre diverse “sessioni”, oppure che ogni parte di esso poteva essere narrato in maniera indipendente.
Questa epica storia del Nord eviscera quali fossero i concetti basilari di una vita degna di essere raccontata ai posteri: grandi imprese di valore, dialettica spigliata e intelligente, cuore generoso.
Beowulf, un giovane dalla prestanza fisica sovrumana, vive quasi al limite della società, non tanto distante dall’orco Grendel o dal misterioso Drago. Le sue caratteristiche fisiche lo rendono diverso dagli altri e per questo facile al sospetto, o al dileggio altrui. Con le sue imprese epiche, Beowulf si ritaglia di forza uno spazio nel mondo in cui riesce a entrare a stento. La sua mente acuta e la sua generosità lo rendono imbattibile tanto quanto la possanza del suo corpo. Se vuole essere accettato, deve eccellere.
Le avventure che non vanno a incrociare il suo cammino, vengono ricercate attivamente, a costo di mettersi in viaggio. La ricerca, la conoscenza tramite l’esperienza diretta sono atteggiamenti molto apprezzati nelle culture nordiche.
Il poema sa essere ironico, le discussioni spesso sono attraversate da un sottile ma deciso senso dell’umorismo che dà un valore aggiunto a questa epica, allontanandola dalle seriose gesta di altri eroi famosi. Al contempo c’è spazio per la pietà, nonostante i massacri, verso Grendel e il suo vivere al di fuori di un mondo che in fondo desidera – con le sue luci, la sua musica, la sua convivialità- e per questo odia.
I paesaggi brumosi e cupi del nord sono tratteggiati con chiarezza quasi pittorica. Ampio spazio viene dedicato alla descrizione e alla valorizzazione dei prodotti d’arte e artigianato, al lavoro certosino che il decorativismo sassone richiedeva nonché al valore che gli oggetti assumevano nel tempo, durante il passaggio di generazione in generazione. Questa cura dava vita agli oggetti, rendendoli a volte degni di portare un nome proprio (succedeva spesso con le spade) e di suscitare ammirazione nei secoli.
Beowulf è una lettura incantevole, riportata in auge negli ultimi anni da alcune versioni cinematografiche e d’animazione ma ancora relegata all’apprezzamento di una nicchia di appassionati. Questa bella versione della Einaudi, con testo originale a fronte, può essere un’ottima occasione per chiunque di colmare la lacuna.

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