sabato 3 novembre 2012

Karma e reincarnazione

La questione della reincarnazione è argomento di grande risonanza anche in Occidente da alcuni decenni a questa parte. L’apertura alle religioni orientali e alcune scuole filosofiche, oltre alle discipline parapsicologiche, hanno messo in dubbio l’ipotesi (cattolica, ma non solo) che la nostra anima sia immutabile e legata ad una sola vita sulla Terra, una singola possibilità che poi ci porterà alla nostra destinazione definitiva in base alle esperienze vissute.
A questa visione spirituale dell’esistenza si contrappone la teoria delle reincarnazioni, che prevede il passaggio dell’anima da un’esistenza all’altra nel corso delle ere. L’energia non si distrugge, ma si trasforma; inoltre, tende a riassumere una “forma” simile a quella precedente. Non potrebbe essere quindi plausibile il fatto che la parte incorporea dell’uomo cerchi di tornare, una volta slegata dalla parte materiale attraverso la morte, ad una forma che le sia simile e confortevole?
A questo fatto puramente scientifico, se vogliamo, si aggiunge il concetto di uno scopo nell’esistenza, un percorso che facciamo di vita in vita, probabilmente per raggiungere un livello di elevazione tale da poterci ricongiungere all’origine di tutte le anime, di tutte le energie. Riunirci a ciò che noi chiamiamo Dio, dopo aver imparato dall’esperienza incredibile della Vita.
Si raggiunge così il concetto di karma, che non è un equivalente del nostro “destino”…non proprio. Il karma è il nostro percorso esistenziale, che si costruisce man mano a seconda delle nostre azioni, delle nostre sofferenze o gioie. Il karma può trascinarsi da una vita all’altra, costringendoci a pagare i debiti accumulati nella precedente, ad affrontare paure mai risolte, a cercare persone con cui abbiamo creato in precedenza un legame spirituale. Quando tutte le tensioni positive e negative raggiungeranno un equilibrio, saremo liberi dal ciclo delle reincarnazioni e ci riuniremo alla Fonte.
Questi argomenti vengono affrontati con delicatezza e profonda maturità spirituale da Hiroshi Motoyama nel suo “Karma e reincarnazione”, edito da Hermes Edizioni.
L’autore è un sacerdote di una branca della religione giapponese, istruito e addestrato alla disciplina spirituale da una sacerdotessa che lo ha scelto fra tanti come proprio discepolo in base alle esperienze della sua vita precedente.
Il nucleo principale del saggio riguarda appunto il ciclo delle reincarnazioni, il concetto di karma e le esperienze che il sacerdote e coloro che si sono rivolti a lui per avere aiuto hanno vissuto in prima persona, oppure a cui hanno assistito. La casistica è ampia e varia; a favore dell’autore va detto che egli non cerca mai, in alcun modo, di imporre la propria visione del mondo al lettore, o di portarlo a credere inconfutabilmente in ciò che racconta. Egli si limita a condividere la propria esperienza e il proprio percorso spirituale, lasciando massima libertà al lettore di pensarne quello che preferisce e di ricevere o meno spunti che possano condurlo a una propria verità.
Anche per questo motivo, e in totale coerenza con l’atteggiamento giapponese in generale, Motoyama si rivela estremamente rispettoso verso tutte le forme di religione, di cui parla con coscienza di causa avendole studiate e avvicinate allo scopo nobilissimo di comprenderle (l’autore è anche un uomo di profonda cultura, storica e scientifica).
L’esperienza, purtroppo, ci insegna che un tale atteggiamento è molto difficile da ravvisare non solo nel pensiero ufficiale di molte religioni, ma anche nel criterio del singolo individuo. Motoyama, se anche non si vuole condividere alcunché del suo pensiero religioso, si rivela comunque pagina per pagina un uomo saggio, cui portare rispetto.
Motoyama parla del proprio percorso karmico, che l’ha condotto ad assumere il ruolo di sacerdote e guida spirituale. Tratta quindi con dovizia di particolari le teorie orientali e indiane sulla reincarnazione, sui centri energetici del corpo umano (chakra) e su come essi siano legati allo stato di salute non solo del corpo materiale, ma anche di quello spirituale.
Offre inoltre un’ampia casistica di esperienze tratte dal contatto con i fedeli del tempio, che si sono rivolti a lui per risolvere problemi di ogni sorta. Avendo la capacità di comunicare con il mondo dello spirito, Motoyama ha spesso trovato le risposte nel passato, nel karma accumulato precedentemente dai questuanti e ora diventato causa di problemi e disturbi che chiedono risoluzione.
Parla inoltre di entità spirituali senzienti con cui ha avuto contatto e che l’hanno portato a conoscere più a fondo i “meccanismi” che regolano la dipartita delle anime dal corpo e la loro condizione prima della successiva incarnazione.
Un saggio straordinario, gentile ed estremamente interessante.

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