lunedì 10 marzo 2014

Le case del brivido

La casa è il luogo in cui, più di ogni altro, possiamo ritenerci al sicuro. E’ il nido che abbiamo costruito a nostra immagine e somiglianza, la sede dei nostri ricordi familiari. “Non c’è niente come casa propria” o “Casa dolce casa” sono detti comuni che sottolineano la componente di sicurezza e tranquillità che il concetto di casa instilla in ognuno di noi.
Cosa c’è di peggio, quindi, che dover pensare alla casa come un luogo improvvisamente ostile, pericoloso, potenzialmente letale o quantomeno disturbante? La casa stregata, magari infestata da spettri, è sempre stata uno dei soggetti preferiti dagli scrittori dell’orrore, in quanto va a toccare una corda sensibile e porta il paranormale entro una sfera che si considera sacra e che per questo è ancora più suscettibile alle sollecitazioni.
La raccolta di racconti che vi vado a presentare, edita da Newton Compton e curata da Martin Greenberg e Charles Waugh, raccoglie un gruppo di novelle molto diverse tra loro per stile narrativo e formula, ma legate dal denominatore comune della “casa maledetta”. Si incontrano nomi arcinoti della letteratura fantastica (come Bram Stoker, H.P.Lovecraft, Robert Bloch o Stephen King) affiancati a scrittori meno conosciuti.
L’argomento viene trattato con enorme differenza da uno scrittore all’altro. Vi sono coloro che recuperano e reinventano il cliché della casa abitata da una creatura demoniaca oppure dallo spettro di coloro che vi sono morti. Altri rendono la casa stessa un essere senziente e malevolo, con una sua volontà intrinseca che si manifesta a spese degli occupanti dell’edificio. C’è chi, poi, tenta la chiave fantascientifica. Altri si inoltrano nella psiche umana e distorcono la percezione della casa attraverso le menti malate dei suoi abitanti.
I curatori, con intelligenza, mescolano chiavi di lettura molto diverse tra loro, evitando che si generi noia nel lettore o che quest’ultimo sia in grado di prevedere cosa lo aspetta nel passaggio da una novella all’altra.
“La casa e il cervello”, di Edward Bulwer-Lytton, mette al centro della storia il potere della mente umana, strutturando il racconto come una lunga indagine che solo casualmente ha al suo centro una casa all’apparenza infestata. Sempre casuale il fatto che il luogo dell’azione sia una casa abbandonata in “Nessun posto per nascondersi” di Jack Chalker, racconto di fantascienza e viaggi nel tempo.
L’orrore si fa psicologico in “La carta da parati gialla” di Charlotte Perkins Gilman, in cui seguiamo la corsa verso la follia di una donna chiusa in una stanza, la cui carta da parati risveglierà un orrore inaspettato. Anche “Il gatto salta” di Elizabeth Bowen è giocato sul non detto, sulle dinamiche di un moderno gruppo di amici che forse tanto razionale non è. “Lizze Borden prese un’accetta…” di Robert Bloch si muove a metà tra il dramma psicologico e la possessione demoniaca, di cui la casa è esclusivamente palcoscenico. Il racconto “Uno dei morti”, di William Wood, fa scivolare l’orrore all’interno delle dinamiche di una coppia senza figli, trasferitasi in un luogo dalla storia controversa. In “L’oscuro vincitore” di William Nolan e “L’impronta dei denti” di Edward Bryant, il passato prende la sua rivincita sul presente.
Più aderenti all’infestazione spiritica e demoniaca racconti come “La casa del giudice” di Bram Stoker, ove un giovane matematico deve confrontarsi con lo spirito diabolico di un boia, o “La cosa in cantina” di David Keller, in cui un’entità spaventosa in cantina mira alla vita di un bambino. “La casa a Bel Aire” di Margaret St.Claire tratta l’orrore in maniera fin spiritosa. Molto meno spiritosi “L’uomo nero” di Stephen King e “I bambini ridevano così dolcemente” di Charles Grant, ove gli abitanti non desiderati della casa sono assolutamente ostili.
H.P.Lovecraft, ne “I ratti nei muri”, trova spazio ai suoi mondi e alle divinità nei recessi di una casa costruita sopra un tempio druidico. “La compagna di scuola” di Robert Aickman insegna a non impicciarsi troppo degli affari altrui. C’è grande poesia ne “La luna di Montezuma” di Cornell Woolrich, in cui la casa assiste ai delitti passionali di una donna dell’antica gente azteca e alla vendetta del sangue.
La casa è protagonista assoluta e terrificante in “La demolizione della casa di Greymare”, ove una squadra di demolitori scoprirà a proprie spese che l’antica dimora non ha alcuna intenzione di lasciare questo mondo. Buona lettura!

1 commento:

Gas75 ha detto...

Salve. Negli anni d'oro della Newton Compton non mi sono fatto sfuggire questa antologia,se ben ricordo la migliore della collana dopo "Terrore!". I racconti non sono uno più bello dell'altro ma poco ci manca! La mia classifica di gradimento:
5° - La casa e il cervello (diabolico)
4° - L'uomo nero (stilisticamente superiore)
3° - L'oscuro vincitore (sconcertante)
2° - La casa del giudice (classico d'autore)
1° - L'impronta dei denti (bellissimo).