domenica 13 maggio 2012

Monologhi e soliloqui

Il monologo è una di quelle sfide che ogni attore desidera e paventa allo stesso tempo. Desidera, perché offre la possibilità di mettere in luce le proprie abilità, le doti d’attore sapientemente calibrate, maturate in anni di studio o d’esperienza. Paventa, perché è proprio quando si è in luce piena che si incorre più facilmente nell’eventualità di inciampare in una figuraccia, di sopravvalutare le proprie capacità artistiche.
Un attore, comunque, non può fare a meno di confrontarsi con monologhi e soliloqui, nemmeno se si tratta di un teatrante che non ha mai ottenuto parti abbastanza importanti da dover sostenere un tal peso in scena. Alle audizioni, infatti, il monologo è una prova da cui non ci si può esimere.
Come trovare il pezzo giusto per un provino? Da dove attingere, nell’infinito mare della produzione letteraria-teatrale-cinematografica?
“Monologhi e soliloqui” di Giuseppe Manfredi, edito da Gremese Editore, propone una raccolta eterogenea di testi che possano servire non solo allo scopo di prepararsi a queste prove, ma anche come esercizio di lettura, comprensione, tentativo di approccio a personaggi sempre vari e complessi.
La prima cosa su cui l’autore- professionista del teatro- mette l’accento, è la sostanziale differenza tra il monologo e il soliloquio.
Il monologo è un lungo discorso rivolto verso un interlocutore silenzioso, che si limita ad ascoltare. Esso, chiamato deutarantagonista, può essere impersonato da uno o più attori presenti in scena, oppure dal pubblico stesso.
Il soliloquio, invece, è un parlare tra sé e sé, un espediente prettamente teatrale che mette in voce i pensieri del personaggio, che altrimenti rimarrebbero nascosti impedendoci di comprendere a fondo il suo evolversi e le sue motivazioni.
L’antologia si compone di due volumi, uno dedicato a grandi protagoniste femminili e l’altro a quelli maschili. Da sottolineare il fatto che esiste molto più materiale di qualità per gli attori che per le attrici, in quanto per molto tempo il Teatro ha dato il suo meglio per il genere maschile.
Ogni brano della raccolta, dedicata soprattutto al teatro contemporaneo con brevi interludi nel passato, viene analizzato del dettaglio prima che ne sia proposta la lettura.
Ad una prima analisi sulla valenza letteraria e teatrale, con brevi accenni alla trama complessiva dell’opera da cui è stato estrapolato il brano, all’autore e all’ambiente culturale che ha visto la nascita del copione in questione, segue una seconda disamina che contiene veri e propri consigli per l’attore che sta per mettersi al lavoro.
 
Vengono elencati i tratti salienti del personaggio da interpretare, con alcune indicazioni registiche sull’atteggiamento da adottare per rendere più efficace la performance o sulle cose da evitare per non uscire da una coerenza di fondo con il testo d’appartenenza o, peggio ancora, finire per imitare un attore o un attrice di fama, ricordato proprio per l’interpretazione del pezzo preso in esame.
Viene inoltre fornita un’indicazione di base sull’età anagrafica e sulla presenza fisica dei vari ruoli, nota non decisiva nella scelta ma di cui tenere conto per non rischiare di ritrovarsi ad osare troppo.
Questo, ovviamente, non dovrebbe bastare all’attore che affronta seriamente il mestiere. Per comprendere veramente un personaggio non sono sufficienti poche righe, utili solo come introduzione. Nel decidere di preparare uno di questi monologhi, sarebbe opportuno leggere prima il copione completo e farsi un’idea della produzione e delle intenzioni dell’autore.
Un ottimo acquisto per tutti coloro che fanno teatro o coltivano la passione per esso. Piacevolissima lettura anche per chi desidera godersi i due volumi come antologia letteraria.

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