venerdì 24 giugno 2011

Il mistero dei Teschi di Cristallo


Un’antica leggenda, forse azteca ma comune a tutte le prime genti d’America, narra dell’esistenza di 13 teschi, scolpiti in pietre dure e trasparenti, i quali possiedono un’ancestrale e terribile sapienza. Nel momento in cui l’umanità si troverà ad affrontare un pericolo che metterà in gioco la sua stessa esistenza, i 13 teschi verranno riuniti e insieme pronunceranno le parole che la salveranno dalla distruzione. Starà all’Uomo comprenderle a fondo e metterle in pratica.
Da questo mistero archeologico e antropologico ha origine il romanzo/saggio "Il mistero dei Teschi di Cristallo" di Sebastiano Fusco, per EDIZIONI MEDITERRANEE.
La pubblicità che ne è stata fatta inganna. Il tempismo nell’associare il libro di Fusco con l’uscita nelle sale dell’ultimo film della saga di Indiana Jones, incentrato appunto sul rocambolesco ritrovamento di uno di questi teschi, indurrebbe a pensare di trovarsi di fronte a uno di quei testi pseudo-esoterici costituiti da entusiastiche e discutibili affermazioni su antiche civiltà dimenticate e prossime apocalissi, da lanciare sul mercato utilizzando l’onda di interesse suscitata dalla pellicola cinematografica.
La lettura di Il Mistero dei Teschi di Cristallo, invece, sorprende per la lucidità delle supposizioni e della ricerca, e si scrolla di dosso la scomoda associazione pubblicitaria in poche pagine, acquistando credibilità senza tanti sforzi. L’autore si interessa all’argomento in maniera analitica, quasi scientifica, e non si lancia in ardite supposizioni ma offre al lettore una solida base nozionistica da cui partire, spaziando dall’antropologia alla magia, dalla neurologia al funzionamento della psiche secondo i più recenti studi.
Esistono molti teschi di cristallo sparsi per il mondo, alcuni conservati in musei ma più spesso parte di collezioni private. Le analisi tecniche condotte su alcuni di essi, pur in un alternarsi di affermazioni e smentite, hanno evidenziato prerogative che - anche non volendo scadere nell’esoterico - sconcertano perfino i tecnici.
I teschi sono stati scolpiti in pezzi unici (tranne un paio di essi che possiedono una mandibola mobile) partendo da gigantesche formazioni di quarzo cristallino. Il ‘senso di marcia’ seguito per scolpirli è contrario al piano di simmetria molecolare della gemma, il che significa una fatica maggiore nella creazione dell’opera e l’assoluta certezza di vedere il pezzo scheggiarsi o spaccarsi in pezzi al minimo colpo inferto senza la dovuta delicatezza.
Questo modo di lavorare le pietre dure è quasi impossibile perfino oggi con le moderne strumentazioni, perciò capire come si sia giunti ad una tale precisione (nonché ad un lavoro concluso senza danni) con strumenti antichi è arduo.
Inoltre, i pezzi sono perfettamente levigati, lisci e senza difetti. E’ stata suggerita l’idea di una paziente lavorazione tramite acqua e sabbia, ma un rapido calcolo ha rivelato che occorrerebbero trecento anni di levigazione continua per raggiungere un simile risultato. I teschi hanno una capacità intrinseca di riflettere e rifrangere la luce, che in alcuni esemplari si concentra nel fondo delle orbite e in altri crea suddivisioni nei colori dell’iride.
Questo li accomuna in parte ad altri oggetti esoterici utilizzati per i viaggi extra-corporei, alla ricerca di un più elevato sentire; infatti, non sono poche le persone che hanno subito effetti stravaganti trovandosi di fronte ai teschi (svenimenti, convulsioni, improvvisa conoscenza di linguaggi mai parlati prima e altro ancora). Fusco ipotizza che fissare i giochi di luce al loro interno agisca sull’amigdala, un organo del cervello posto alla base del cranio, e che sposti la percezione e il pensiero su un piano che non preveda la successione standard di trasmissione neuronale delle informazioni.
Il numero effettivo dei teschi esistenti varia continuamente, in quanto molti ne millantano il possesso ma pochi hanno finora acconsentito a permettere uno studio approfondito con mezzi scientifici.
‘Max’, ad esempio, è un teschio stilizzato in pietra cristallina, appartenente ai signori Parks, in Texas. Nel sito di Sha-Na-Rah in Messico sono stati ritrovati altri due teschi di pietra trasparente dalle linee simili a quelle delle raffigurazioni nell’arte locale. C’è poi il ‘teschio Maya’ del Guatemala, che emette una luminescenza verdastra, e quello in quarzo rosa trovato al confine con l’Honduras. Un teschio dalle forme essenziali è conservato al Trocadero di Parigi, ed uno in pietra lattea è stato spedito anonimamente allo Smithsonian Institution. Esiste poi un teschio in alabastro ed uno dalla forma così allungata e particolare che gli entusiasti hanno subito tirato in ballo gli alieni, ribattezzandolo E.T.
I più interessanti rimangono il Mitchell-Hedges, l’unico ad essere stato analizzato addirittura dai tecnici della Hewlett-Packard, e quello conservato a Londra, che dà il via all’avventura di Fusco.
Questa inizia con una semplice visita turistica al British Museum of Mankind a Londra, spinto dalla curiosità di vedere il pezzo ivi custodito prima che venga riportato in magazzino. Era infatti stata smentita la sua antichità (analisi poi messa in dubbio e smentita a sua volta) ed il museo intendeva toglierlo dalla sala.
La vista del teschio suscita in Fusco una serie di perplessità e domande che spingono l’autore dapprima a ricercare informazioni in maniera autonoma e quindi a chiedere un confronto con personalità scientifiche di primo piano. Questi uomini di scienza non solo non dissipano i suoi dubbi, ma anzi lo fanno immergere sempre più a fondo in un mondo di mistero. Per cercare di venire a capo della faccenda, Fusco compirà un viaggio in Centro-America per incontrarsi con uno degli ultimi uomini di potere di sangue azteco e vedrà con i suoi occhi cose sbalorditive lasciate poi al giudizio del lettore.
A metà strada tra il saggio nozionistico e il romanzo d’avventura, Il mistero dei Teschi di Cristallo è un libro ben fatto, chiaro ed esauriente, di facile lettura e di arricchimento culturale. Consigliato a tutti coloro che amano il mistero pur volendo restare con i piedi ben piantati a terra.

1 commento:

cooksappe ha detto...

mi ricorda un film di indiana jones... ^^